martedì 11 novembre 2014

Sallusti, che dire?

E' novembre e Alessandro Sallusti, direttore de "Il Giornale", si scopre fiero nemico del presidente (dimissionario?) Napolitano. “Del resto ci sarà un motivo se Forza Italia si rifiutò – cosa rara – di non votarlo alla sua prima elezione (la seconda non fa testo)”, argomenta nel suo editoriale. Eppure proprio nell’aprile del 2013, all’apparire del secondo mandato di Re Giorgio e della primavera, il direttore fioriva: “Per fortuna il presidente Napolitano ha accettato di tirar fuori l’Italia dal pantano. C’è da ringraziare il presidente”. Magnificava il Sallusti primaverile: “Il Quirinale da oggi non è più solo l’arbitro, ma è il ruolo operativo politico del Paese (…) E questo ci conforta”. Il Sallusti novembrino constata: “L’uomo è andato ben oltre i suoi compiti e i limiti stabiliti dalla Costituzione”. In aprile, dovevamo “ringraziare soprattutto il Pdl”. Ora che cadono le foglie “di danni ne ha fatti abbastanza”. Alessandro dovrebbe starsene zitto, per "incoerenza".