mercoledì 10 luglio 2013

Paese civile, società civile, legge iniqua?


Da molto sento parlare di "società civile", "paese civile", che "la legge è uguale per tutti" e via dicendo.Ne son piene le fosse come di dice in prosa. Mi sfuggono però i veri significati di questo abuso linguistico. Con l'aiuto di wikipedia cerchiamo di fare un sunto cronologico dell'accaduto al nostro beneamato cavaliere. Nel caso qualcuno leggesse ironia nelle mia parole, ne ha ben d'onde.


In un paese civile (per l'appunto) non ci sarebbe nemmeno discussione: un politico che per giunta sostiene il governo dopo averlo presieduto tre o quattro volte, imputato per frode fiscale, rinuncerebbe alla prescrizione per essere assolto nel merito, sempreché ritenesse di essere innocente. Perché, se dovesse mai incassare una prescrizione dopo due condanne, dovrebbe subito dimettersi da ogni incarico pubblico in base all’articolo 54 della Costituzione: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore"(grandi parole, soprattutto impegnative). E, se non gli fossero chiari, stiamo sempre ragionando per assurdo, i concetti di "disciplina e onore", provvederebbero i compagni (devo ricordare i nomi?) di partito e gli alleati di maggioranza (devo ricordare i nomi anche di costoro?), scaricandolo su due piedi per evitare l’imbarazzo di sedergli accanto. E il capo dello Stato rifiuterebbe di riceverlo al Quirinale, per i medesimi motivi. Ma, siccome siamo in Italia, dov’è reato dire "paese di £$#^@" ma è lecito far di tutto perché i cittadini, che non evadono un euro e pagano le tasse finanche all'ultimo centesimo, lo pensino, ecco il coro delle prefiche, dei servi e dei venduti contro la Cassazione che, horribile dictu, tenta di evitare che il processo Mediaset venga ancora falcidiato dall’ennesima prescrizione. I fatti sono chiari: quando i reati – falso in bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita – furono scoperti (era il 2004), la frode ammontava a 368 milioni di dollari di costi gonfiati tramite società offshore per non pagare le tasse (fatti commessi nel 1995-'98, con effetti fiscali fino al 2003). Nel 2005 Berlusconi scoprì di essere indagato e impose subito l’ex-Cirielli, che tagliava la prescrizione da 10 anni a 7 anni e mezzo, e una raffica di condoni e scudi fiscali. Così ogni anno vide evaporare un pezzo del suo monumentale delitto e nel maggio scorso, quando arrivò la condanna d’appello, restavano 4,9 milioni di euro evasi nel 2002 e 2,4 nel 2003. Ma a metà settembre si estingueranno anche quelli del 2002. Dunque, se la Cassazione non sentenzia prima di metà settembre, la pena di 4 anni scenderà, probabilmente sotto i 3, con due conseguenze: il processo tornerà in Corte d’appello per rideterminarla; e sparirà la pena accessoria dell’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici, prevista solo per le pene sopra i 3 anni. Insomma Berlusconi, che già non rischia il carcere perché ha più di 70 anni (grazie al regalo di compleanno contenuto nell’ex Cirielli) e perché 3 dei 4 anni sono coperti da indulto (gentile omaggio del centrosinistra a suo tempo), potrebbe restare tranquillamente in Parlamento. Almeno per un altro anno, fino a quando la Corte d’appello rideterminerà la sua pena. O per sempre, se poi la pena scendesse sotto i 3 anni. E qua vedremo le orde barbariche comunicative, capitanate da quelle persone coerenti che si chiamano Cicchito, Santachè, Capezzone e i direttori de Il Giornale e Libero di cognome, infiammare l'etere santificando il nostro beniamino. Peccato però che la Cassazione abbia l’obbligo di esaminare subito i processi a rischio di prescrizione o di decorrenza dei termini di custodia cautelare. Per evitare che i delitti restino impuniti (con grave danno per le vittime: in questo caso l’Erario, ovvero i cittadini) e che soggetti pericolosi escano dal carcere e spariscano dalla circolazione prima della condanna. La Sezione Feriale della Cassazione (esiste veramente e resta aperta durante le ferie estive, da luglio a settembre) è lì apposta: per trattare i processi che, diversamente da quelli normali rinviabili a dopo le vacanze, sono urgenti: quelli con imputati detenuti in scadenza e quelli – vedi decreto del primo presidente Ernesto Lupo del 24-6-2011 – "per i quali la prescrizione maturi durante la sospensione o nei successivi 45 giorni". Proprio il caso del processo Mediaset, che a metà settembre sarebbe dimezzato dalla prescrizione. Perciò è stato assegnato alla Sezione Feriale per il 30 luglio. E gli alti lai del Pdl&Co. sulla "fretta sospetta" (figuriamoci: per un processo nato più di nove anni fa!) della Cassazione per eliminare Berlusconi dalla vita politica sono pura propaganda, e di bassissima lega: come se la prescrizione fosse un diritto dell’imputato, o addirittura il fine ultimo del processo penale. Anche stavolta, la Cassazione ha trattato Berlusconi come qualunque imputato nelle sue condizioni, perché la legge, forse, è uguale per tutti. Ed è proprio questo lo scandalo. Il verdetto sarà equanime, ma sarà giusto ? Lo speriamo tutti, credo. :-)

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