lunedì 13 settembre 2010

Berlusconi fa il gagà e tenta i centristi.Ma senza Casini

Le signore fanno «la fila» per fidanzarsi con lui perché «leggenda vuole » che «ci sappia fare» a letto. Aspirano all’eredità, naturalmente: l’età è quella che èmala «grana» fa gola a tutte. E se molti ragazzotti non trovano lavoro in Italia Silvio dà qualche consiglio. Non vogliono saperne di una delle sue figlie ancora «libera»? Vadano all’estero, allora, a fare un po’ di esperienza. Le ragazze pensino a cercarsi un marito «ricco» e i maschi facciano altrettanto. Non nel senso di «maritarsi» tra loro, «non equivochiamo », se la ride il Cavaliere. «Vedo già i titoli dei giornali: “Berlusconi è gay”». Servono «ragazzi belli ma anche intelligenti», corregge Giorgia Meloni che cerca invano di contenere il premier balbettando qualcosa di politicamente corretto. Ma il «fiume in piena» - così lo definisce il ministro della gioventù in una delle rare occasione in cui riesce a proferire verbo - è incontenibile. Ad ogni domanda risponde con un comizio. Poi, però, quando s’avvicina l’ora di pranzo, il Cavaliere tradisce una certa impazienza e si fa paladino della platea bersagliata dal sole e dal caldo, con l’evidente raccomandazione di stringere i tempi del dibattito. Dopolo show di Mosca, quello del Celio per la festa di settembre dei giovani di An approdati nel Pdl. Dalla fusione è nata la «Giovane Italia» guidata dalla Meloni. Fischi per Fini e applausi per il premier, in questa domenica mattina a due passi dal Colosseo. Per i giovani di Atreju Berlusconi è un mito. I maxi schermi rimandano volti di ragazzi che ascoltano partecipi e attenti. Silvio li ricambia con le solite barzellette, perché bisogna «diffidare da chi non ride mai». «Alzi la manochi non conosce quella su Hitler. Nessuno? Allora la racconto...». Aveva avviato il suo comizio-dibattito con una lunga tirata sui mali del comunismo e adesso inneggia alla par condicio. «Bene - commenta - Abbiamo sistemato anche il nazismo». CERCA LA GRANDE MAGGIORANZA La politica, a questo punto. «Speriamo di fare meglio del Milan e della Roma - ammicca Berlusconi, alludendo alla crisi del suo governo - masì che ce la facciamo. Sicuramente ». Le elezioni anticipate? «Andremoal voto tra tre anni». Poi la risposta indiretta alla sfida di Fini sul suo intervento alla Camera del 28 settembre. «Abbiamo un programma, i cinque punti che porteremo in Parlamento spiega Berlusconi - presenteremo una risoluzione che dovrà essere votata e vi dico che ci sarà una grande maggioranza». Silvio ostenta sicurezza: altro che 316 voti! Ce ne saranno molti di più a favore del governo. Il premier sa bene, però, che senza i finiani i suoi numeri ballano. E allora giù a far loro la corte, per farli divorziare da Fini. «Non ci sono state espulsionimasolo dei deferimenti di tre persone al collegio dei probiviri che ancora non si è riunito - afferma - Hanno pagatoun debito di riconoscenza verso chi li ha messi in lista facendoli eleggere (Fini, ndr.), ma non credo vogliano venir meno all’impegno preso con gli elettori. Ciascuno di loro sarà leale anche al simbolo del Pdl su cui è scritto Berlusconi». NELL’ORTO DI CASINI La scommessa di Silvio - in realtà - è quella di ottenere sì una «grande maggioranza», ma di raggiungere i voti utili per rimanere in sella facendo credere di essersi reso autonomo dai futuristi. Un gioco d’azzardo, mediatico prima che reale, che lo spingead inseguire il possibile e l’impossibile. E il Cavaliere, ieri, ha provato a separare anche Casini dai suoi Udc. A proposito dei centristi, infatti, si è augurato che «molti dei loro eletti» possano «votare in dissenso con il loro leader» per «non far mancare loro appoggio al nostro governo». E Berlusconi non può credere che «alcun partiti» - l’Udc - «possano continuare a non scegliere» o «a mettersi in una altra formazione - il cosiddetto terzo polo - che non avrebbe alcuna possibilità» di concorrere alla guida del Paese. Campagna acquisti alla luce del sole, quindi, in vista del 28 settembre. «Non ci interessa l’aggiungi un posto a tavola - replica Casini - Non siamo ai saldi di fine stagione. Berlusconi si dimetta ». VIA I MASCALZONI, MA... MaSilviononsi cura delle prevedibili reazioni al suo intervento. I ragazzi in maglietta verde della Meloni sciorinano domande - premessa obbligata per tutti le meravigliose realizzazioni del governo - e Berlusconi risponde. In Italia, per esempio, non c’è una nuova Tangentopoli e quanto al Pdl «abbiamo individuato i mascalzoni e li abbiamo cacciati». L’incandidabilità per chi ha avuto problemi con la giustizia? «Sono assolutamente d’accordo, ma il giudizio non lo dia una certa magistratura, ma un organo interno al nostro partito ». Al di là delle intercettazioni che non sono «da paese civile» e della mafia «che verrà sconfitta in tre anni », Silvio non perde occasione per lodarsi. «Con la Lega siamo oltre il 50%- ripete - I miei consensi sono al 60%». La ricetta per rinnovare il Pdl?Un«team» in ogni distretto elettorale per diffondere - tra l’altro - il libro «sui mali del comunismo» e «largo a giovani e donne». Alla fine una storiella sulla Thatcher che «mi sconsigliava di leggere i giornali» e il numero di telefono chiesto alla ragazza che gli propone il gioco dellat- Torre. Tra una vacanza in barca con D’Alema o in una villa di Montecarlo - chiara l’allusione a Fini - chi sceglie Berlusconi? «Pensavo di avervi divertito - risponde - vedo che mi volete male».

Nessun commento:

Posta un commento