mercoledì 22 settembre 2010

Colonizzati dal raìs

Da Eni a Impregilo

la fiera degli ipocriti

Dietro le pressioni a dimissionare Profumo non si può proprio dire che ci sia l’orgoglio di una classe politica e imprenditoriale. Erano in 800 a Roma per Gheddafi


Alla «cena degli 800» era presente il gotha dell’economia e della finanza del Belpaese. Tutti in fila per rendere omaggio al Colonnello munifico. E agli agognati fondi libici.A genuflettersi erano in molti. A cominciare dal Cavaliere, l’artefice primo di quella «diplomazia degli affari» che ha portato l’Italia berlusconiana a sdoganare alcuni tra i peggiori dittatori al mondo.Per questo è solo cattiva propaganda, e pessimo giornalismo, interpretare il siluramento di Alessandro Profumo come il gesto d’orgoglio di un potere politico, e finanziario, che rifiuta di assecondare le mire espansioniste del Rais di Tripoli. Perché se così fosse, a dover essere «dimissionati» sarebbero in molti. Un esercito. Dall'Eni a Finmeccanica, fino ai grandi costruttori, tra tutti Impregilo e Italcementi, impegnati nell'opera di infrastrutturazione della ex colonia italiana, a partire dai 1700km della nuova «superstrada» Rass Ajdir-Imsaad, la cui realizzazione sarà affidata a imprese italiane. L’asse degli affari Tripoli-Roma è molteplice. A cominciare dalle Banche. È questo il settore più recente, ma che ha fatto molto discutere, sul quale la Libia ha messo gli occhi e anche molti soldi. La Libyan Investments Autorithy (Lia), il braccio finanziario di Gheddafi nato con lo scopo di gestire i proventi del petrolio, ha portato la propria partecipazione in Unicredit al 2,59%, facendo così lievitare l'intera compagine libica oltre il 7,5%, visto che la Banca Centrale Libica e la Libyan Arab Foreign Bank sono insieme titolari del 4,98%: con quest'operazione i libici sono diventati il primo socio della banca, superando anche gli Aabar di Abu Dhabi. DalleBanchealle Tv. La Laftitrade, finanziaria del Colonnello, e la Fininvest sono presenti con quote rispettivamente del 10% e del 22% nel capitale della società di produzione e distribuzione cinematografica Quinta Communications, fondata da Tarak Ben Ammar. Per non parlare delle Costruzioni. La «voce» più importante è quella relativa all'Autostrada sulla costa mediterranea della Libia: il Trattato di amicizia tra i due Paesi prevede che Roma versi a Tripoli cinque miliardi di dollari per la realizzazione dell'opera alla quale, parteciperanno imprese italiane: la fase di prequalifica è conclusa e sono interessate21aziende del nostro Paese. Sempre nel settore,c'è da registrare che la Lybian Development Investment Co si è associata con Impregilo nella Impregilo Lidco. Finmeccanica. La Lybia Africa Investment Portfolio ha avviato unanuova joint venture con la holding italiana (dopo la Liatec, Libyan Italian Advanced Tecnology Company, costituita nel 2006 per realizzare elicotteri). Il consorzio formato da Ansaldo Sts e Selex Communications ha firmato con Zarubezhstroytechnology, società controllata dalle Ferrovie Russe Jsc Rzd, un contratto da247 milioni di euro per realizzare sistemi di segnalamento, alimentazione e comunicazione sulla tratta da Sirte a Bengasi.

Nessun commento:

Posta un commento