mercoledì 26 febbraio 2014

BitCoin - vero o falso ?

Il Bitcoin, la moneta virtuale più utilizzata al mondo, senza una banca centrale e senza controllori, ha vissuto ieri il suo giorno più nero: è bastata la notizia del crac finanziario di Mt.Gox a scatenare il panico. La più grossa società di cambia valute online del settore – con sede a Tokyo, che dal 2010 permette ai propri utenti di comprare la valuta virtuale in cambio di dollari e viceversa – avrebbe subito un furto di circa 744 mila Bitcoin (al cambio attuale circa 350 milioni di dollari). Le transazioni erano state sospese lo scorso 7 febbraio a causa di “problemi tecnici”, ma da ieri il sito non è più accessibile. Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto. Inizialmente si è parlato di un attacco hacker, anche se diverse fonti finanziarie danno per certo che l'ammanco sia stato orchestrato all'interno della stessa società, un lento e costante drenaggio di risorse andato avanti per anni. Il blocco del portale infatti è avvenuto all’indomani delle dimissioni del suo numero uno, Mark Karpeles, dal consiglio della Fondazione che tutela la criptomoneta, la Bitcoin Foundation e a stretto giro dalla diffusione di un comunicato congiunto di altri sei operatori che hanno preso le distanze da Mt.Gox. L'allerta era già scattato nelle scorse settimane con allarmi lanciati dal capo del settore tecnico della fondazione, Gavin Andresen, preoccupato dalle anomalie registrate nella piattaforma che crea la moneta. Il sito giapponese è infatti solo un intermediario che negozia la valuta per conto terzi. La piattaforma funziona son un protocollo simile a quello per scaricare e condividere materiale in rete senza bisogno di snodi centrali. Il software permette la “estrazione” e consiste di “sca - vare” blocchi di moneta virtuale risolvendo problemi crittografici. La rete genera e distribuisce moneta in modo casuale a intervalli regolari durante la giornata. I “minatori” mettono a disposizione la capacità di calcolo del proprio computer, e il tutto avviene senza alcun coinvolgimento attivo del suo proprietario. Il sistema è stato creato nel febbraio 2009 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo sotto il quale si celerebbero diversi sviluppatori e si fermerà una volta coniati 21 milioni di pezzi. I siti che accettano i Bitcoin sono in continuo aumento. Chi li vuole acquistare può rivolgersi a società come Mt.gox, finora il più grosso operatore sul mercato. La notizia del suo probabile fallimento ha così scatenato il panico, il primo passo verso il declino di una moneta soggetta ad una forte volatilità dovuta al fatto che i bitcoin in circolazione sono pochi e molto richiesti: a novembre per comprare un bitcoin servivano 1200 dollari. “La valuta americana non è certo la più stabile al mondo. Ma almeno la nostra banca centrale non scompare durante la notte”, scriveva ieri su twitter l’economista Daniel Gros. Il problema - per molti un vantaggio - è proprio l’assenza di un regolatore. Fino a pochi mesi fa il portale giapponese gestiva l’80 per cento del traffico di Bitcoin. In 24 ore il valore della moneta virtuale è sceso di circa il 20 per cento. Ieri, dopo un iniziale tonfo, si è assestato intorno ai 517 dollari. Falsificarla è quasi impossibile, più facile rubarla, come infatti è avvenuto in più occasioni. “Il sistema è giovane, e moltissime piattaforme hanno meccanismi di sicurezza molto amatoriali”, spiega Giulia Aranguena, avvocato esperto di questioni legali legate ai Bitcoin. Il caso più famoso riguarda 2,3 milioni di euro sottratti a 500 risparmiatori cinesi, utenti che non avevano Bitcoin nel loro portafoglio (wallet ) ma li avevano affidati proprio ad una società di cambia valute. E la maggior parte delle autorità di controllo resta a guardare. Solo in Germania il mercato è regolamentato. La speculazione sui diversi prezzi applicati dai gestori dei portali è cresciuta negli ultimi giorni. I numeri non sembrano far pensare all’esplosione di una bolla speculativa. Nel tempo, le società di cambio, e gli investitori in Bitcoin sono aumentate a dismisura, con l’ingresso di alcune grandi banche, come la Goldman Sachs. Il mercato è in espansione, la moneta virtuale è democratica e garantisce il parziale anonimato, ottimo per le organizzazioni criminali. Il 27 gennaio l’amministratore delegato di BitInstant, Charlie Shrem, è stato arrestato con l’accusa di aver riciclato denaro attraverso Silk Road, un sito di commercio online anonimo usato soprattutto per comprare sostanze illegali e chiuso dall’Fbi nell’otto - bre del 2013. Shrem è anche vicepresidente della Bitcoin foundation. Nel giro di qualche mese sono stati costretti a dimettersi due membri della organizzazione californiana. “Questa non è certamente la fine di Bitcoin - spiegano dalla Fondazione - ma la fine di un capitolo, verrà una seconda generazione di imprenditori capaci e responsabili che saprà costruire un sistema più affidabile”. In Italia, se parli di BitCoin, qualcuno del settore, ti consiglia di aggiornare l'antivirus per proteggerti meglio :-(

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