mercoledì 19 febbraio 2014

Giochi a cinque manette

Ve lo ricordate il tanto stimato (dal nostro piccoletto "blu") Putin ? Arrivato in Italia ed accolto come un innovatore. Che a sua volta accoglie il nostro piccoletto in patria da lui, etichettandolo come uno dei suoi più cari amici ? Compagni di bisboccia giornaliera ma soprattutto notturna, il lettone in oro ed ottone regalato, e relegato in villa Grazioli fino a poco tempo fa sul qual lettone la D'Addario, così si vocifera, fece qualche "evoluzione"?! Ecco, «quel» Putin appunto.
Avete presente che da una decina di giorni ci sono le Olimpiadi Invernali a Soci, spot elettorale voluto da Putin ?
Bene.
Succede che le famose Pussy Riot, irriducibili attiviste dell’opposizione, scelgano Soci per filmare il videoclip della loro ultima canzone intitolata ironicamente “Putin ti insegna come amare la madrepatria”. Un’iniziativa sul filo del rasoio. Il rischio minore è di finire come Vladimir Luxuria: arrestata ed espulsa. Quello peggiore, di tornare dentro l’arcipelago gulag dei terribili penitenziari femminili russi. Maria Alyekhina e Nadezhda Tolokonnikova, le leaders del gruppo punk, non hanno paura: hanno passato 22 mesi di duro penitenziario. Sanno che il palcoscenico dei Giochi è sotto  li occhi del mondo intero. Sanno pure che il peggio arriverà quando i Giochi si concluderanno. Avevano promesso che la loro lotta non si sarebbe spenta dopo l’amnistia e la scarcerazione del 23 dicembre. Quale migliore platea, se non quella di Soci? E lì atterrano domenica. Il tempo di scaricare i bagagli, che subito sono fermate e schedate dalla polizia. Chiaro gesto intimidatorio. Le ragazze pigliano alloggio in un albergo a trenta chilometri dalle installazioni dei Giochi. Sono rassicuranti: dicono che non hanno alcuna intenzione di visitare il Parco Olimpico, o fare performances durante le gare. Vogliono solo promuovere quel filmato e cantare. Le autorità  non ci credono. E non le lasciano in pace, alla faccia dello spirito olimpico e del “Codice etico del Cio”, il Comitato Olimpico Internazionale, in cui la prima regola è lapidaria: “La salvaguardia della dignità della persona umana è un’esigenza fondamentale dell’Olimpismo”. Invece, lunedì le Pussy Riot sono di nuovo vessate: 10 ore di interrogatorio, stavolta coi funzionari dell’Fsb, i servizi di sicurezza federali - l’erede del Kgb. eri mattina, terzo atto. La polizia intercetta le cantanti sul lungomare di Soci, a due passi dalla chiesa dell’Arcangelo Michele. La retata colpisce almeno una dozzina di persone, oltre le Pussy Riot.
Come Eugene Feldman, fotografo di Novaja Gazeta (il giornale in cui lavorava Anna Politkovskaja, giornalista assassinata brutalmente, ricordo ai più giovani). O come Anastasja Kirilenko, giornalista di Radio Svoboda (Radio Libertà). Testimoni dell’azione parecchi giornalisti americani, francesi e russi, salvati dall’accredito. Stranamente, la polizia non sequestra i telefonini delle Pussy Riot. Le quali utilizzano in tempo reale Twitter per scandire la cronaca del loro fermo. Il primo tweet è delle 10 e 46, ora locale: “Siamo state arrestate e siamo accusate di furto”, scrive Nadezhda, “stavamo solo passeggiando a Soci”. Alle 11 e 12 arriva la prima immagine della camionetta in cui le Pussy Riot sono state usando “la forza”, con modi “violenti e offensivi”. Una prima versione dell’arresto rimbalza in un dispaccio d’agenzia, il fermo delle Pussy e degli altri rientrerebbe nel quadro di un’indagine per via di un furto avvenuto nel loro albergo. Una seconda versione è meno arzigogolata, le Pussy non avrebbero ottemperato all’ob - bligo della registrazione presso le autorità di polizia entro 24 ore dal loro arrivo a Soci, che riguarda tutti i non residenti. Verso le 2 e mezzo, le Pussy Riot sono rilasciate. Lasciano il commissariato indossando l’abito di scena dei loro concerti, la testa avvolta da una sorta di calzamaglia, che i russi chiamano balaklava . Appena superano i cancelli, gridano in russo: “Danno in mano la torcia olimpica... nelle colonie insegnano a piangere”. In inglese, spiegano: “Si commettono tante violazioni dei diritti umani... è chiaro che non si tratta solo di un evento sportivo, è un evento politico”. Quanto ai padroni dei 5 cerchi tutto ciò sia indigesto lo dimostra Mark Adams, il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale: “Speriamo che i Giochi non saranno utilizzati per qualsiasi manifestazione”, ha dichiarato ieri, commentando il caso Luxuria. Ora un certo malumore sta scuotendo le squadre di Canada e Usa e alcune nazioni europee. Non tutti ci stanno a far finta che Soci sia il paradiso dello sport. Anche perché, in russo, la parola Olimpiada si può scomporre: Olimp, gloria. Ad , inferno.

1 commento:

  1. in cui le Pussy Riot sono state...™arrestate?" bell articolo Solid snake.

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